#16 In caso di disorientamento, coltivare una passione aiuta | Fattore di caduta
Le passioni sono un peso che vale la pena portare. E non è mai troppo tardi per trovarne una. Questo numero nasce da conversazioni con persone disorientate che non sanno cosa piace loro...
Una delle poche cose che ho sempre avuto chiara
Quali sono le tue passioni?
Questa è forse l’unica domanda a cui ho sempre risposto senza esitazioni.
Non ricordo un solo momento della mia vita in cui non mi fosse chiaro cosa mi accendesse.
Nemmeno nel 2018, l’anno in cui ho sofferto di depressione.
Nemmeno nel 2023, il mio annus horribilis: l’anno in cui ho dubitato di me da ogni prospettiva.
Di passioni, oggi, ne ho tre:
Andar per monti
Leggere e scrivere (è sempre stato un tutt’uno per me)
Cucinare
In quasi 47 primavere mi sono appassionata anche ad altro, ma queste tre sono il mio centro di gravità. Piantate così in profondità da aver messo radici nel cuore, da essersi incarnate nei gesti, nelle mani callose, nelle gambe muscolose, nella schiena sempre un po’ ricurva.
Perché un peso? Perché una passione dà tanto, ma anche chiede. Ed è questo il bello.
Definiamo passioni, e come riconoscerle
Le passioni sono scintille, calore, presenza e coinvolgimento. Sono allenamento, apprendimento e radicamento. Sono tempo scelto per sé, non tempo residuale. Una passione è più di un hobby o di un passatempo: ha in sé il seme dell’ossessione – quella sana, se esiste. Possono essere grandi o piccole, rumorose o silenziose, ma tutte hanno un potere: ci nutrono.
Uso due criteri per riconoscere una passione:
Il flow. È l’incanto dell’essere immersi in qualcosa che ci assorbe completamente. Il tempo si annulla, la fatica si sente ma non pesa. Sei quello che stai facendo e quello che stai facendo ti restituisce un po’ di chi sei. E quando succede, bruci tutto quello che stai cucinando.
L’amor proprio. Le passioni sono un atto d’amore verso noi stessə. Sono lo spazio che ci concediamo per esprimere chi siamo, senza doverlo giustificare. Non devono essere utili, non devono essere necessarie. Quando coltivi una passione, stai scegliendo di prenderti cura di te.
Non considero, invece:
La bravura raggiunta. La differenza tra passione e hobby non sta nel talento. La pratica continua ci rende più espertə, ma la performance non è un requisito necessario. Io sono una schiappa ad arrampicare, eppure...
Il senso di un’attività. Che senso ha cantare? Ricamare? Giocare a scacchi, ballare il tango, dipingere, camminare? Conquistatori dell’inutile, dicono di chi scala le montagne. E forse è proprio questo il punto.
Qualcosa di inutile che serve a qualcosa
Perché dedicarsi a qualcosa di inutile è utile? A cosa “servono” le passioni?
Ti fanno stare bene. Sono spazi di piacere e bellezza. E scusa se è poco.
Costruiscono legami. Ti fanno sentire parte di qualcosa.
Ti ricaricano (o ti tengono a galla quando rischi di affondare/affogare). A volte basta anche solo questo.
Ti fanno crescere. Ogni volta che segui una passione, impari.
Ti orientano. Sono una bussola interiore, anche quando scende la nebbia. Posso testimoniarlo.
Ti connettono con te. Ed è rivoluzionario. Soprattutto per chi è sempre proiettatə altrove.
Si può non avere passioni?
Ultimamente più di qualcuno mi ha detto:
"Roberta, io non ho passioni, anzi, a dirla tutta, io manco so cosa mi piace."
Di solito si tratta di persone molto ligie ai propri ruoli: genitori (spesso mamme), caregiver, professionistə, persone che assolvono ad aspettative – vere o presunte – e che non escono dai binari. Anzi, che si sono conformate a un’immagine preconfezionata, fino a sfilacciare la connessione con sé.
E quando arriva la crisi, perché prima o poi arriva, si sentono senza riferimenti, senza bussola, senza un bivacco dove passare la notte.
Ma una via alternativa c’è sempre. Più di una.
Trova la tua passione
Se pensi di non avere passioni, forse è solo perché non hai ancora dato loro lo spazio per emergere. Le passioni non sempre si rivelano con un colpo di fulmine. A volte vanno cercate, coltivate, lasciate sbocciare nel tempo.
Ecco da dove puoi partire:
🔹 Guarda alla tua infanzia. Cosa ti piaceva fare prima che qualcuno ti dicesse cosa era "inutile" o "troppo ambizioso"? Spesso le passioni si radicano nei primi anni di vita, ma crescendo le lasciamo andare.
🔹 Fai caso a ciò che ti coinvolge e parti da lì. Scrivi un elenco delle cose che ti danno gioia, anche le più piccole: un odore, un suono, un’attività. Da questa osservazione consapevole potrebbe nascere un nuovo interesse.
🔹 Connettiti con altre persone. Parla con chi ha interessi diversi dai tuoi, lasciati contaminare. Ogni tanto fatti trascinare: aiuta a rompere il ghiaccio.
🔹 Esplora, sbaglia, riprova. Non puoi capire se qualcosa ti piace fino a quando non lo provi. L’esplorazione funziona meglio se è pratica.
🔹 Segui la curiosità, non la passione. Trovare la passione mette pressione. Inizia invece a seguire ciò che ti incuriosisce, senza aspettative. No ansia, no dovere, no asticelle… goditi il viaggio!
🔹 Fai spazio nell’agenda. Se la tua agenda è piena zeppa non avrai mai tempo per una passione. Hai bisogno di creare un po’ di vuoto, di noia, di spazio-tempo che possa accogliere il nuovo.
🔹 Dimenticati della performance. Le passioni non sono talenti innati, sono processi. Dai a te stessə il permesso di essere principiante (ho parlato della mente principiante qui). Gioca.
🔹 Ascolta il tuo corpo e le tue emozioni. Fai caso a come ti senti mentre svolgi certe attività: il tempo vola? Ti senti energicə? Com’è l’umore e come senti il corpo? Fidati, il corpo sa!
🔹 Accetta che le passioni cambiano. Non avere ancora una passione non significa che non ne avrai mai. Ma non è nemmeno detto che una passione per essere tale debba durare per sempre. Le passioni, come noi, cambiano..
🔹 Innamorati di te. Se non inizi ad amarti, te lo dico: non funziona. Una o più passioni sono un’espressione della relazione che hai con te.
E se aspetti di sentirti prontə, probabilmente non lo sarai mai. Inizia ora. Inizia da te.
NB: una passione non sostituisce percorsi di terapia. Mi pare ovvio ma preferisco esplicitarlo. Ci sono situazioni e/o condizioni che vanno affrontate attivando più risorse, la passione è una di queste, non l’unica.
E adesso, la reclame (appuntamenti succosi e posti dove possiamo vederci)
Tre webinar imminenti a cui puoi partecipare gratuitamente:
Martedì 18 alle 18:00 sarò ospite di NeNet e parlerò di Comunicazione efficace al lavoro: è un educational dedicato e pensato per chi vuole essere più consapevole quando comunica e per chi crede che la comunicazione consapevole contribuisca a far crescere le organizzazioni, se pensi che possa interessarti registrati qui
Mercoledì 19 alle 10:00 io e una delle mie socie, Pamela Nerattini, saremo ospiti di Preply e racconteremo le attuali tendenze HR: racconteremo le transizioni HR in atto, cosa comportano e cosa può aiutarci a sostenerle e attraversarle. Appuntamento gratuito e aperto a chiunque voglia approfondire e confrontarsi con noi: puoi registrarti qui
Mercoledì 26 alle 18:30 parlerò di HR branding e di quanto sia strategico prendersi cura del brand della funzione HR nelle aziende. Lo farò dentro il format Late Night di Talent Garden, l’incontro è gratuito, se il tema ti stuzzica iscriviti qui
Consigli di newsletter di gente bravissima: Olaja di Alice Orrù, Slide Letter delle Slide Queen, e poi Nicoletta Cinotti (con grazia e grinta)
Fino a fine maggio parteciperò a pochissimi eventi in presenza perché sto scrivendo e tutto il tempo è saturato da questo progetto.
Con rarissime esclusioni:
venerdì 21 e sabato 22 io e Ettore saremo al Festival della comunicazione non ostile. Se ci sarai anche tu ci vediamo lì – e sarà bellissimo
venerdì 7 marzo sarò a Bologna per lo Slide Boss delle Slide Queen: l’evento dedicato a rendere le presentazioni strumenti di leadership. La giornata è sold out – ovvio – ma metti che ci sia una lista d’attesa, io te lo dico
Direi che per oggi abbiamo finito.
Torno, non so quando ma torno.